Claudia Ottavia, fuori l’EP Innocenza

Innocenza è il nuovo EP di Claudia Ottavia, sette tracce che raccontano con uno sguardo dissacrante l’Italia di oggi con un’attitudine punk e una proposta musicale innovativa e spiazzante, frutto della contaminazione tra recitato, canto e contenuti con sonorità alternative pop e testi ricchi di spunti di riflessione. Un disegno artistico che rispecchia l’anima eclettica di Claudia, spinta dalla necessità di spaziare tra mondi comunicativi diversi. Il suo percorso teatrale emerge prepotente nel suo strutturare le canzoni come se fossero atti di uno spettacolo tragicomico che invita a ragionare su quanto siamo schiavi, dalla tecnologia al giudizio altrui, da un rapporto tossico fino al Festival di Sanremo.

Sono trasposte al femminile influenze precise e marcate, con echi de Lo Stato Sociale, N.A.I.P. e CCCP. La parola è al centro per costruire una narrazione travolgente come l’elettronica in sottofondo che diventa un loop difficile da scardinare dalla mente. Un titolo che rispecchia lo spirito giocoso di una cantautrice che usa l’ironia come chiave per analizzare la realtà e affondare il dito nella piaga cercando di spronare al recupero di valori e relazioni autentiche, a riservare un lato incontaminato della nostra vita, come alcune zone della sua Sardegna. 

Il disco vede la collaborazione di Michelegiuseppe Rovelli che ne ha curato la produzione e il mixaggio presso il JaneStudio di Cagliari, mentre il mastering è stato realizzato da Marti Jane Robertson presso lo studio della Giraffa di Cagliari. Ad accompagnarne l’uscita, una live session registrata allo Shard Studio di Monserrato.

Tracklist

Che bello lamentarsi

Odio Sanremo

Innocenza

Giudizio

Fossi maschio

Tutto il bello di te

Amare

L’EP traccia per traccia

Che bello lamentarsi

La strada più facile per affrontare un problema è quello di lamentarsi, spesso diventa quasi una reazione naturale ma non porta a risultati. Paradossale è pretendere che chi ci circonda tolleri le nostre proteste quando se ci troviamo dalla parte opposta non abbiamo a volte la stessa pazienza. Alla base l’insoddisfazione perenne contagiosa come un virus e che rende l’atmosfera pesante.

Odio Sanremo

Il Festival è visto come la strada necessaria per dimostrare che fare la cantautrice sia un lavoro e non una passione. Una settimana in cui tutta Italia si ferma di fronte a uno spettacolo televisivo in cui la musica è un mezzo e non un fine. Un rito collettivo, un odi et amo ma non sempre odiare è male e amare è bene.

Innocenza

Tornare bambini per apprezzare la propria esistenza. Il mondo è grigio se visto dagli occhi di un adulto che si sente soffocato dal peso del quotidiano ma è tutta una questione di mentalità, si può conservare lo spirito di chi esplorava la realtà con entusiasmo e non cadeva nella trappola della monotonia.

Giudizio

Leggere il giornale non è più di moda, l’informazione adesso si è spostata sul web che ha consentito a tutti la facoltà di esprimere la propria opinione su un tema o una vicenda senza averne le competenze. Il senso di colpa dettato dal giudizio altrui può divorarci e renderci inermi. Contare fino a dieci prima di parlare o scrivere un commento continua ad essere un consiglio da tenere in considerazione.

Fossi maschio

Un intermezzo a cappella, ispirato a Tracy Chapman per il modello di riferimento strutturale, l’invito rivolto all’uomo di togliersi la maschera che lo denota virile a ogni costo, come se mostrare un lato più vulnerabile fosse un motivo di vergogna, un brano vuole abbattere le barriere comportamentali tra i sessi e spronare chi ascolta ad esprimere nel quotidiano il proprio reale modo di essere.

Tutto il bello di te

Il protagonista è un ragazzo affetto da una dipendenza da social che lo isola e gli impedisce di instaurare amicizie reali, la distruzione di una persona ridotta alla chiusura fisica e psicologica, in grado di non comprendere che la vita è fuori dalla sua stanza e che la bellezza è da ricercare all’esterno e non davanti a uno schermo.

Amare

Di fronte alla fine di una storia ci troviamo di fronte a un bivio: cadere nel burrone della depressione vivendo in un passato che non esiste più oppure fare della nostalgia il tramite per crescere, lavorare su se stessi e guardare con speranza verso il futuro, senza rinunciare a dare il giusto spazio ai sentimenti.

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